19-10-2019

Primo incontro pubblico per il progetto Habit.A

Venerdì 27 settembre 2019 a Cuneo si è svolta la prima azione pubblica di presentazione del progetto Habit.A che ha aperto una profonda riflessione sull’architettura montana.

L’iniziativa portavoce del cambiamento

Habit.A si fa portavoce di un cambiamento innanzitutto culturale e ha puntato sulla capacità di scommettere su un nuovo approccio di “responsabilità” verso il patrimonio costruito e da costruire. Il 27 settembre, presso il Centro Incontri Provincia di Cuneo, si è svolto l’incontro Habit.Are le Alpi – Architetture nella prospettiva dei cambiamenti climatici. È stata la prima uscita pubblica del progetto di ricerca europeo Habit.A, di cui l’Ordine degli Architetti di Cuneo è capofila insieme a diversi partner beneficiari italiani e francesi, sia istituzionali che tecnici. I lavori di Habit.A sono partiti nel 2015 e l’attività di ricerca, di cui quest’anno si possono osservare i primi importanti risultati, si concluderà nella primavera del 2020.

Iter della giornata

Durante l’incontro, aperto a tutti (previa iscrizione e accreditato ai fini formativi per gli architetti) è stato fatto il punto su cosa significhi oggi parlare di sostenibilità del costrutto in contesto rurale e montano. «A parlare dell’importanza della qualità dell’architettura nello sviluppo del territorio, troppo spesso sono solo gli architetti, all’interno di un circuito autoreferenziale», ha affermato Claudio Bonicco, presidente dell’Ordine degli Architetti di Cuneo, che ha aperto l’evento, «Credo che rompere questo schema sia una nostra responsabilità precisa. È indispensabile trovare il modo e il linguaggio per parlare e farsi capire soprattutto da chi non è architetto. Ed è quello che cerchiamo di fare con questo progetto».

Hanno dato un importante contributo all’iniziativa anche altri attori rilevanti del settore, a partire dalla consigliera Lara Sappa che ha spiegato il lavoro svolto per individuare una mappatura coerente di architetture testimonial, cioè di progetti capaci di interpretare un modello di sviluppo in linea con le nuove esigenze poste dai cambiamenti climatici e socio-economici in corso sul territorio delle Alpi del Sud e non solo. Ancora, l’architetto Alberto Winterle e il dottor Roberto Colombero, membro della giunta Uncem Piemonte, hanno offerto una riflessione interessante su cosa significhi progettare e costruire in modo corretto nei territori alpini e rurali. Il tutto accuratamente moderato da Roberto Dini, architetto e ricercatore del Politecnico di Torino, membro del Comitato Scientifico dell’Istituto di Architettura Montana. Nell’ambito dell’evento, il progetto Habit.A è stato anche presentato alla stampa per la prima volta.
«La nostra è una professione tecnica con una forte e imprescindibile componente sociale, culturale e artistica», ha dichiarato Lara Sappa, «e i presupposti di Habit.a si muovono su questo concetto: riuscire a delineare degli scenari dove un’architettura sia responsabile nella sua più ampia accezione arrivando quindi a creare assetti virtuosi dal punto di vista sociale, economico e culturale».
Il pubblico a cui si rivolge Habit.A è ampio e coinvolge sia i progettisti (architetti, ingegneri e tecnici) che le istituzioni e il personale delle amministrazioni pubbliche, così come la popolazione più in generale, con una particolare attenzione ai giovani e al mondo della scuola.